Novellara, 22 Maggio 2023
La didattica all’aperto è un’opportunità per imparare in un contesto differente dall’aula e apprendere utilizzando strategie e metodi divergenti. Di cosa parliamo esattamente?
Che cos’è la didattica all’aperto?
Con “didattica all’aperto” si identifica qualsiasi esperienza di insegnamento che si svolge al di fuori delle mura scolastiche. Rientrano nella definizione attività avventurose, giochi di squadra, viaggi d’istruzione, esercizi svolti fuori dall’aula. Il carattere eterogeneo di questa definizione la rende un contenitore assai variegato di possibilità: “Molti insegnanti credono che la didattica all’aperto sia una disciplina […], altri la considerano come un approccio all’insegnamento. Per me si tratta soprattutto di trarre il massimo da qualunque luogo o spazio al di fuori delle tradizionali mura scolastiche” (Juliet Robertson, autrice di “Sporchiamoci le mani. Attività di didattica all’aperto per la scuola primaria”, Erickson Ed.).
Anche il gioco libero, come pratica quotidiana per intervallare le lezioni in cui sono i bambini a definire regole e svolgimenti, è importantissimo nell’accrescere consapevolezza, autocontrollo, capacità di relazione e mediazione dei conflitti; tuttavia, non rientra propriamente nella definizione di “didattica all’aperto”, dove è piuttosto l’insegnante a strutturare l’attività con prefissati obiettivi educativi.
Perché scegliere il bosco didattico di Sabar?
Con le sue epoche di piantumazione differenti, i venti ettari di bosco presente sul terreno di Sabar presentano peculiari caratteristiche naturalistiche. Questa varietà permette ai bambini di fare esperienze differenti in base all’età: dall’analisi del prato e dei suoi abitanti (insetti, macroinvertebrati), alla conoscenza degli habitat e della catena alimentare.
Nelle specie di alberi e arbusti presenti vivono molti mammiferi (riccio, tasso, volpe, faina), diverse decine di specie di avifauna e diverse centinaia di specie di insetti: un vero e proprio patrimonio di biodiversità.
La primavera alle porte invita alle esplorazioni in natura: il bosco didattico di Sabar è da molti anni una meta privilegiata delle classi degli 8 Comuni Soci in questo periodo, ma non va dimenticato che quella che viene definita “outdoor education” può essere praticata in ogni stagione e ogni luogo naturale con alcuni piccoli accorgimenti organizzativi: con stivali di gomma e impermeabile, si va quasi dappertutto!
Cosa imparano i bambini in natura
A contatto con questi ambienti, sono moltissime le lezioni che i bambini possono apprendere attraverso l’attività educativa pratica e di relazione.
Oltre a portare con sé una sensazione di calma, benessere e maggiore concentrazione una volta rientrati in aula, i bambini vivono un’esperienza completa e ricca, fatta di:
- Conoscenza e rispetto di regole, limiti e diritti dello “stare in natura”
- Capacità di prendersi cura degli altri (compagni, altri esseri viventi)
- Didattica e apprendimento pratici e ludici, lontano dai metodi classici come leggere e scrivere, che possono, in alcuni bambini, scatenare ansia e stress; questi metodi sono imprescindibili, ma la variabilità degli approcci può aiutare coloro che hanno bisogni educativi speciali ad essere maggiormente a proprio agio in attività che risultano più congeniali
- Sviluppo di abilità creative (pensiero laterale, risoluzione di problemi, incanalare le emozioni in un’attività, sviluppo di atteggiamenti intraprendenti, spazio per contemplare e riflettere).
Di cosa non avere paura
Possono esserci molti freni, nella quotidianità di una/un docente, nel portare una classe all’aperto: la classe è “difficile”, alcuni bambini non percepiscono la libertà dell’attività all’aria aperta come necessariamente regolata; genitori o dirigenti scolastici sono preoccupati per gli imprevisti e la qualità della didattica; il tempo è troppo poco; i bambini non vogliono uscire; e altri ancora.
Qualunque sia il motivo, esistono ottime strategie per vincere dubbi e reticenze.
Se alcuni bambini sono problematici o hanno bisogni educativi speciali, perseverare è la chiave. La prima uscita sarà difficile, ma spesso sono proprio coloro che si trovano ad avere maggior disagio in aula che, una volta fuori, si calmano, trovando un loro spazio in cui mettere a valore le proprie capacità.
Riguardo i dubbi degli adulti, è necessario informarli con anticipo del progetto che si intende intraprendere: averli come alleati, trovando risposte alle preoccupazioni maggiori (l’attività è pertinente con il programma scolastico o è solo una lunga ricreazione? È garantita la sicurezza degli alunni? I bambini gradiscono le lezioni all’aperto?) renderà il progetto un successo. Può essere utile creare un semplice questionario da somministrare alla classe prima e dopo le attività, da restituire alle figure adulte coinvolte.
Il tempo non manca: non si tratta di “rubarlo” alla didattica, ma di esaminare il programma settimanale e selezionare quali lezioni possono essere svolte attraverso un’attività all’aperto. Questo non toglierà qualità alla didattica, né tempo prezioso allo svolgimento del programma.
Infine, è cruciale convincere i bambini indecisi perchè vivano positivamente l’esperienza: parlare con loro, comprendere le reticenze e trovare insieme una soluzione che permetta loro di vincere alcuni meccanismi (non essere in competizione con gli altri, noia, paura di insetti o fastidio legato ad allergie, non sentirsi capaci, scarsa autostima).
Pronte, pronti per la didattica all’aperto?